Ogni giorno gli italiani, prima e dopo i pasti principali, diligentemente ripongono gli imballaggi in plastica nei contenitori che hanno in casa e restano stupiti dalla quantità di materiale che preparano per il riciclo; questo vale anche per la carta, l’alluminio, il vetro. Ogni famiglia consuma e butta, in ogni parte del mondo, al punto che il pianeta potrebbe essere rappresentato come un gigantesco box pieno di rifiuti, più o meno riciclabili.

Come ben spiega di seguito la biologa marina Valentina Tirelli, la situazione è talmente esplosiva che anche le acque polari, sino a poco tempo fa considerate incontaminate, sono invece state raggiunte dalle microplastiche (particelle di plastica di dimensioni inferiori ai cinque millimetri).

Plastica in mare, microplastica e raccolta differenziata

Il tema della sostenibilità ambientale, unica strada per consentire al pianeta e all’uomo di non morire schiacciato sotto il peso dei suoi comportamenti non virtuosi, è prioritario e nelle agende di quasi tutti i Paesi. La pandemia ha un attimo distolto l’attenzione, ma noi desideriamo riporre la questione al centro e fornire qualche indicatore prezioso.

Secondo il quinto Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di LifeGate*, la sostenibilità ambientale è popolare e interessa o appassiona 34 milioni di italiani – il 67% della popolazione. A essere sollecitate dall’argomento sono soprattutto le giovani e le donne… e non è un caso, dato che il movimento Fridays for Future, arrivato anche in Italia, è capeggiato proprio da una young lady, Greta Thunberg.

  • Il 32% degli italiani, poi, sente di avere piena conoscenza della parola “sostenibilità”; analoga percentuale vale per il termine “sviluppo sostenibile”.
  • Il 92% effettua la raccolta differenziata e il 91% è consapevole del fatto che le scelte di sostenibilità devono essere fatte in funzione del futuro delle generazioni che verranno.
  • La plastica, per tornare all’articolo di Valentina Tirelli, è considerata il nemico più pericoloso, dato che il 97% della popolazione ritiene sia fondamentale la riduzione del suo utilizzo.

Una forte attenzione è presente anche nei confronti dell’uso delle energie rinnovabili, del consumo di prodotti bio, del turismo sostenibile, della predilezione per aziende che si comportano in modo virtuoso dal punto di vista ambientale.

Insomma, la sensibilità c’è, l’azione personale – riciclare, consumare di meno in casa propria, acquistare con intelligenza beni e servizi – anche. L’economia stessa ha compreso quanto rendere “sostenibile” il business possa generare altro business. Si attende anche da qui la ripartenza 2021 post-pandemia, con il pieno supporto delle donne, specie di quelle che già vantano posizioni apicali all’interno delle imprese e che dunque possono orientare in senso ambientale le strategie.

In questo percorso non siamo soli, come Paese: la direttrice comune che tutti seguiamo è infatti l’Agenda 2030 dell’Onu, con i suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile: basterebbero i primi due (annullamento della povertà; “zero” fame per tutta la popolazione mondiale) realmente raggiunti per farci tirare un sospiro di sollievo.

Gianna Martinengo

Gianna Martinengo
CEO DKTS
Membro dell’Advisory Board di STOA
Fondatrice e Presidente di Women&Tech®
Expertise: Innovazione tecnologica e sociale, E-Learning, Women’s Empowerment

(per maggiori dettagli sul CV, vedi: https://www.didaelkts.it/gianna-martinengo )