Internet of things: Privacy and Security in a connected world è il titolo di un interessante workshop a cui partecipano rappresentanti delle industrie e dei governi, tra cui Vic Cerf, vicepresidente di Google e pioniere di Internet: tema centrale è proprio l’Internet degli Oggetti, destinato a creare Big Data.
Come gestire la titanica quantità di dati che verrà prodotta?
Le previsioni di Intel parlano di circa 200 miliardi di device collegate a Internet entro il 2020 e sembrano essere confermate dai numeri degli ultimi due anni: 30 miliardi, poi 50 e poi ancora 80.

 Nello scorso decennio la rete era fatta di computer, mobile e network, mentre ora è la volta degli oggetti: sensori, gadget, dispositivi intelligenti in grado di inviare e ricevere istruzioni.
Dalle automobili senza pilota ai frigoriferi, dalle macchinette del caffè intelligenti fino ai dispositivi in grado di monitorare lo stress dei koala. Ma i progetti dell’Internet delle Cose si intersecano anche con altri campi dell’innovazione: ad esempio, la domotica, che studia i metodi per rendere le nostre case intelligenti, e le Smart Cities, a cui sono applicate le tecnologie IoT (acronimo di Internet of Things) per fornire l’infrastruttura necessaria a gestire ambienti urbani sempre più complessi.
Internet of things sarà la prossima tappa della nostra evoluzione digitale?

Fonte: Linkiesta