La nascita e la successiva affermazione del modello Web 2.0 ha portato a pensare alle possibili evoluzioni del Web in termini di “nuove versioni”, classificate con i termini Web 3.0 e Web 4.0. In questa successione di “versioni” si delinea un processo che mette al centro il valore della conoscenza e della collaborazione tra persone, e trasforma il Web da una sorta di “mondo alternativo” da guardare attraverso un computer a uno strumento di servizio totalmente integrato con la realtà e le attività di ciascuno (internet delle cose).
L’espressione “Web 2.0” ha avuto un grande successo perché ha permesso di dare un nome ad un insieme di fenomeni nuovi che hanno cambiato il modo di intendere e di utilizzare il Web: User Generated Content, Folksonomy, Mash Up, e tanti altri concetti hanno trovato nel “Web 2.0” una sintesi che ne ha favorito la diffusione.
Con il termine “2.0” si fa riferimento ad un sistema di classificazione di applicativi o documenti molto diffuso nell’informatica: in pratica tra la versione 1.0 e 1.1 di un oggetto (cioè quando si modifica solo il numero dopo il punto) ci sono poche differenze / miglioramenti, ma le caratteristiche di fondo restano identiche; invece tra la versione 1.0 e 2.0 (quando cambia il numero prima del punto) c’è una trasformazione importante, una riprogettazione sulla base di nuove caratteristiche.
Dopo il successo del Web 2.0 questo modo di pensare “per versioni” è divenuto molto popolare, tanto da essere applicato a numerosi ambiti di attività (eLearning 2.0, Marketing 2.0, Business 2.0…).
Nello stesso tempo anche la visione del futuro del Web si è modellata sullo stesso tipo di meccanismo: dopo il passaggio da Web 1.0 a Web 2.0 ormai si parla sempre più spesso di Web 3.0 e Web 4.0.
Secondo quanto emerge dal dibattito in corso le tappe dell’evoluzione del Web sarebbero le seguenti:
- Web 1.0 – È la prima fase del Web, caratterizzata dalla progressiva definizione degli standard tecnologici che hanno permesso di dare vita a questa nuova realtà e di diffonderne l’uso tra milioni di utenti; siti web, directory e motori di ricerca sono gli elementi fondamentali dell’esperienza dell’utente, che utilizza il Web soprattutto come una “biblioteca” dove trovare informazioni e dove fruire di contenuti a vari livelli di multimedialità;
- Web 2.0 – È la fase attuale, caratterizzata da una partecipazione attiva degli utenti alla costruzione dei contenuti, alla loro classificazione e distribuzione; gli elementi chiave si chiamano Blogs, Wiki, RSS, Social Bookmarking, Social Networking, MashUps;
- Web 3.0 – La prossima evoluzione attesa è quella del Web Semantico, che intende potenziare le tecnologie web in modo da renderle capaci di contribuire alla costruzione e alla condivisione della conoscenza, mettendo in connessione i contenuti presenti sul Web attraverso ricerche e analisi automatiche basate sul significato; si parla quindi di ontologie, di agenti intelligenti e motori di ricerca semantici (non sulla semplice frequenza di un termine nel testo, ma su un’analisi del significato del testo e degli ambiti tematici a cui fa riferimento); si tratta quindi di sfruttare la potenza delle applicazioni informatiche, che sviluppano progressivamente aspetti di intelligenza artificiale, per ottenere risultati qualitativamente più significativi quando si cercano informazioni e contenuti sul Web; un’applicazione tipica del Semantic Web è la possibilità di interrogare un motore di ricerca formulando domande in linguaggio naturale invece che con parole chiave. Di Semantic Web in realtà si parla da diversi anni: in quest’ambito erano attese le più importanti evoluzioni del Web, quando il fenomeno del Web 2.0 ha preso piede con una popolarità inaspettata, perché ha proposto novità più facilmente comprensibili ed immediatamente evidenti per l’utente. Tuttavia la ricerca sul Semantic Web non si è mai spenta: certo oggi si deve confrontare con un panorama diverso, dove la ricerca di informazioni deve applicarsi allo User Generated Content, le ontologie devono confrontarsi con le folksonomies.
- Web 4.0 – Questa ulteriore fase del Web dovrebbe integrare pienamente le due fasi precedenti per realizzare un Web Ubiquitous: in pratica le applicazioni presenti sul Web avrebbero lo scopo di mettere in connessione in modo automatico le persone (così come il Web semantico mette in connessione in modo automatico i contenuti), sulla base delle attività che stanno svolgendo, per aiutarle a collaborare e raggiungere scopi condivisi mettendo insieme le loro risorse e le loro competenze. Si tratterebbe quindi di un Web pienamente integrato con la realtà fisica (internet of things), al servizio delle relazioni, per moltiplicarle e potenziarle. Un aspetto importante dal punto di vista tecnologico è la diffusione delle tecnologie wireless che possono consentire effettivamente alle persone di essere sempre online in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.
L’idea fondamentale in questo tipo di evoluzione è che il Web diventi sempre più uno strumento di servizio per aiutare le persone a raggiungere i loro obiettivi (conoscenza, lavoro) sfruttando l’enorme patrimonio di risorse che deriva dall’essere in rete: non solo risorse “statiche” (contenuti) ma sempre di più “intelligenze”.
L’idea del Web come applicazione di servizio, e non come media da fruire passivamente, è già pienamente presente nel Web 2.0: quello che ci si aspetta dalle future evoluzioni è soprattutto un contributo sempre più importante dell’intelligenza artificiale, cioè della capacità delle “macchine” e dei software su cui il Web si basa di interagire con le persone e di sfruttare la propria potenza di calcolo per trovare rapidamente soluzioni adeguate alle loro esigenze.
Come effettivamente avverrà questo processo, e in quali fasi sarà scandito, si può naturalmente solo ipotizzare: il Web 2.0 infatti ha dato una forte spinta ai processi che nascono “dal basso” e che per questo spesso sono poco prevedibili; le prospettive della ricerca “istituzionale” dovranno sempre più spesso confrontarsi con l’emergere di fenomeni “di successo” che sono capaci di incidere veramente su come le persone pensano al Web e lo utilizzano.
Fonti
“Computer communications: Present status and future challenges”
http://www.iit.cnr.it/node/26925
Data: 2014
Lingua:inglese
Formato:html“How the WebOS Evolves?” di Nova Spivacks
http://novaspivack.typepad.com/nova_spivacks_weblog/2007/02/steps_towards_a.html
Data: 2007
Lingua: inglese
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“Embracing Web 3.0” di Ora Lassila e James Handler
http://www.mindswap.org/papers/2007/90-93.pdf
Data: 2007
Lingua: inglese
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“Web4” di Seth Godin
http://sethgodin.typepad.com/seths_blog/2007/01/web4.html
Data: 2007
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Formato: html
“Web 3.0 and beyond: the next 20 years of the internet” di Jonathan Richards
http://technology.timesonline.co.uk/tol/news/tech_and_web/the_web/article2726190.ece
Data: 2007
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“Il miraggio del Web 3.0” di Bernardo Parrella
http://www.apogeonline.com/webzine/2006/12/14/01/200612140101
Data: 2006
Lingua: inglese
Formato: html