In molti dei miei seminari ed interventi, seguendo rigorosamente l’approccio fornitomi dall’essere umanista per formazione e tecnologa per scelta, ogni qualvolta si è trattato l’argomento, ho sempre posto l’accento sul concetto di Informatica moderna come Informatica Sociale.

La precisazione della definizione merita qui una trattazione.

L’Informatica moderna è Sociale per tre motivi principali: innanzitutto ha come obiettivo quello di migliorare la vita del singolo e delle comunità, tra loro in interazione. In secondo luogo è immersa e connotata dai Social, che consentono a ogni utente o impresa di estrarre informazioni che si possono trasformare in spunti e occasioni di business o di attività o di nuovo sapere.

In terzo luogo, è un dialogo costante tra umani ed automi – come ebbi modo di constatare e definire già negli anni Ottanta – dialogo che peraltro diventa sempre più efficace e sofisticato.

Da dove nasce questo specifico punto vista?

Nasce dalla mia esperienza imprenditoriale e storia professionale, certamente orientata al “fare”, ma basata sulla attività di ricerca che ha caratterizzato la nascita e lo sviluppo di DKTS.

In questo percorso lungo decenni l’azienda ha peraltro beneficiato delle competenze del professor Stefano Cerri (vice presidente DKTS e direttore del Didalab nel periodo 1985-1999), che nel 2007, in un articolo (Stefano A. Cerri. Servizi di Informatica Sociale: Imparare Come Effetto Laterale della Interazione. V. Lo Cascio. Parole in Rete: Teorie e Apprendimento Nell’era Digitale, Utet Università Novara, pp.59-79) ebbe proprio modo di individuare e precisare i punti di contatto sempre più ampi tra Informatica e Scienze umane.

Non è solo “problem solving”

Quale rilevanza ha dunque l’aggettivo “Sociale” legato all'Informatica? E come si correla alla visione dell'Informatica tutta, alla sua natura Sociale (società di “agenti”, come si vedrà più sotto) e alle sue applicazioni sociali? Chiunque può effettuare questo semplice esperimento: è sufficiente porre una query a Google, o visitare Wikipedia, per scoprire che l’accezione quasi unanime del termine “Informatica Sociale” riguarda l’applicazione delle tecnologie informatiche alla risoluzione di problemi socialmente rilevanti, come la medicina o l’alfabetizzazione per l’accesso all’informazione e dunque lo sviluppo sostenibile.

A nostro parere, questa visione di Informatica Sociale è straordinariamente importante, ma non sufficiente a sottolineare lo sviluppo recente dei fondamenti della disciplina. Infatti, in questa visione la connotazione “Sociale” riguarda le applicazioni informatiche, non l’Informatica. Si occupa del “dopo”, non ciò che accade a monte…

 

Una scienza della natura

Ecco il punto secondo noi dirimente: se l’Informatica in generale studia l’Informazione, l’Informatica Sociale adotta una visione “sociale” delle trasformazioni di Informazione, in contrapposizione ad una visione “individuale” delle trasformazioni stesse.

In una visione Sociale dell’Informatica, dunque, si prende in considerazione una società di automi comunicanti come elemento di partenza, unitamente alle loro attività di comunicazione identificate da messaggi. Questi messaggi, scambiati, attivano in ognuno degli automi vari “calcoli”. La comunicazione sociale “precede e genera” il calcolo e non viceversa.

Prima gli automi, poi i calcoli.

Macchine sociali come quelle descritte devono essere dotate di capacità comunicativa, naturalmente, ma anche di autonomia (ognuno ha il diritto di decidere). Tali macchine vengono chiamate “agenti”. Il passo successivo è di considerare gli agenti umani come elementi attivi delle società.

Questo porta a considerare, studiare, controllare, sfruttare gli scambi comunicativi fra agenti artificiali ed umani, all'interno della stessa società. Inutile dire che questa, oggi, è la realtà della Rete. E che dunque l’Informatica è fortemente Sociale, secondo questa nostra specifica accezione.

Per leggere l’articolo è sufficiente cliccare qui.
Stefano A. Cerri. Servizi di Informatica Sociale: Imparare Come Effetto Laterale della Interazione. V. Lo Cascio. Parole in Rete: Teorie e Apprendimento Nell’era Digitale, Utet Università Novara, pp.59-79, 2007.

Gianna Martinengo

Gianna Martinengo
CEO DKTS
Membro dell’Advisory Board di STOA
Fondatrice e Presidente di Women&Tech®
Expertise: Innovazione tecnologica e sociale, E-Learning, Women’s Empowerment

(per maggiori dettagli sul CV, vedi: https://www.didaelkts.it/gianna-martinengo )