Sì, proprio dell’apprendimento. Forse pensiamo ancora che per creare competenze bastino per esempio i corsi di formazione in presenza o a distanza?
O che bastino gli incentivi alle attività di “reskilling” delle persone che nella trasformazione socioeconomica sarebbero emarginate?
O forse è necessario identificare modalità radicalmente differenti?
La domanda è cogente in quanto dalla risposta ad essa si costruirà, bene o male, il futuro prossimo di questo Paese.
L’esempio della formazione anche a distanza – più o meno efficace – è venuto alla ribalta nell’ultimo anno a causa della pandemia, pur essendo un tema affrontato fin dagli anni ’60, sia con strumenti molto semplici come la televisione, che con altri molto sofisticati, come gli Intelligent Tutoring Systems o i MOOC (Massively Open Online Courses).
Il tema della acquisizione di competenze copre tutte le aree di sviluppo del Paese, come accade per quello della parità di genere o per quello dello sviluppo delle aree meno sviluppate (il Meridione) – e non può essere messo da parte, oppure considerato un “di cui”. È trasversale e sempre presente in ciascuno degli obiettivi che insieme all’Europa costruiremo per la ricrescita post-pandemia.
Il fatto è che la sfida specifica dell’apprendimento resta un’ancella silenziosa. L’acquisizione di competenze con modalità alternative (esempio: serious games, affiancamento allievo-maestro) infatti, per il momento, non viene praticamente considerata.
Giusto per fare un esempio paradossale: Leonardo da Vinci non è andato a scuola; quando si è trasferito a Milano non conosceva matematica e geometria: ha imparato solo per affiancamento. Esistono molti modi per ottenere un risultato importante, ma noi quale vogliamo seguire? E la tecnologia che ormai pervade la vita del singolo e dell’azienda come può essere d’aiuto?
Ecco la mia provocazione: è vero, le tecnologie esistono e si prevede che si svilupperanno con grande velocità ed accelerazione. Il problema è che la nostra conoscenza di come le persone imparano è assai imprecisa, limitata, se non del tutto inadeguata.
Come cambiare passo e rendere l’ancella-apprendimento finalmente regina?
Ritengo sia necessario investire nella ricerca di base sull’apprendimento umano: in una società della conoscenza i processi di alfabetizzazione allo sviluppo sono continui e fondati sulla capacità di apprendere, non solo dei giovani, ma di tutti; non solo dei futuri lavoratori dipendenti, ma anche e soprattutto dei futuri manager, politici, amministratori pubblici e privati, avvocati, medici, ingegneri o funzionari del fisco. Queste professioni importanti sono anche quelle che prendono decisioni e devono essere consapevoli degli sviluppi sia delle tecnologie che del lavoro futuri. Tutti devono imparare tutta la vita. Con le modalità compatibili col contesto in cui vivono e lavorano.
Ecco perchè è necessario conoscere le teorie dell’apprendimento soprattutto quando si affronta lo sviluppo di progetti di e-learning o di e-knowledge: perché da lì tutto parte… Altrimenti si rischia davvero di costruire davvero una nuova casa su fondamenta di argilla.

Gianna Martinengo
CEO DKTS
Membro dell’Advisory Board di STOA
Fondatrice e Presidente di Women&Tech®
Expertise: Innovazione tecnologica e sociale, E-Learning, Women’s Empowerment
(per maggiori dettagli sul CV, vedi: https://www.didaelkts.it/gianna-martinengo )
